L’Europa alla prova della sovranità tecnologica: tra sfida geopolitica e visione digitale / Europe Tested on Technological Sovereignty: Between Geopolitical Challenge and Digital Vision

16.04.2025

In un mondo sempre più dominato dal ruolo strategico dell'informazione digitale, l'ordine economico e geopolitico globale si sta ridefinendo. Le grandi potenze stanno radicalmente ricalibrando le regole della competizione strategica, muovendosi con una decisione senza precedenti su terreni fino ad oggi considerati meramente tecnici o industriali. Nel febbraio del 2025, la Casa Bianca ha firmato un ordine esecutivo con lo scopo di "difendere le aziende americane da sanzioni estere ingiuste", denunciando esplicitamente una crescente dinamica di "estorsione tecnologica" da parte di altri attori statali. Il messaggio appare chiaro: il Governo degli Stati Uniti intende proteggere ad ogni costo il primato delle big tech come veri e propri asset strategici nazionali​.

In un mondo sempre più dominato dal ruolo strategico dell'informazione digitale, l'ordine economico e geopolitico globale si sta ridefinendo. Le grandi potenze stanno radicalmente ricalibrando le regole della competizione strategica, muovendosi con una decisione senza precedenti su terreni fino ad oggi considerati meramente tecnici o industriali. Nel febbraio del 2025, la Casa Bianca ha firmato un ordine esecutivo con lo scopo di "difendere le aziende americane da sanzioni estere ingiuste", denunciando esplicitamente una crescente dinamica di "estorsione tecnologica" da parte di altri attori statali. Il messaggio appare chiaro: il Governo degli Stati Uniti intende proteggere ad ogni costo il primato delle big tech come veri e propri asset strategici nazionali​.

Di fronte a uno scenario in così rapida evoluzione, l'Europa si è trovata a dover riconoscere un profondo cambiamento nello scenario della geopolitica dell'economia digitale. L'idea - forse da sempre illusoria - di una globalizzazione simmetrica sembra essere definitivamente svanita. La dipendenza strutturale dalle tecnologie statunitensi e asiatiche – in particolare in settori fondamentali come l'intelligenza artificiale, i semiconduttori, il cloud – si traduce inevitabilmente in una sottovalutata condizione di vulnerabilità strategica.

Una nuova postura europea: dal Draghi Report a EuroStack

È con questa consapevolezza - e con un certo senso di gravità - che, già nel settembre del 2024, è stato presentato il Report Draghi, una riflessione di riferimento sul futuro della competitività europea, che ha rilanciato con forza la necessità di una strategia industriale continentale. L'ex presidente del Consiglio italiano ha parlato chiaramente, evidenziando come l'approccio meramente regolatorio non possa prescindere da un contestuale piano esteso di investimenti. La competitività tecnologica non si può costruire solo con il mercato, ma necessita di visione politica, investimenti strutturali e una condizione europea di governance condivisa.

Nei mesi successivi hanno preso forma e sono state implementate proposte relative all'EuroStack, un'infrastruttura digitale paneuropea, in grado di garantire autonomia in settori chiave: dal cloud federato ai data space comuni, dall'AI "made in Europe" alla cybersecurity. EuroStack, che agli occhi di alcuni è stata sminuita come una visione utopistica, vuole invece rappresentare la perseguibilità concreta di una sovranità tecnologica inclusiva, che mira a rafforzare non solo le grandi industrie, ma anche le PMI, gli enti pubblici e il tessuto civico.

Competitività sì, ma con regole europee

La stessa Competitiveness Compass, lanciata dalla Commissione il 29 gennaio 2025, per monitorare la lungimiranza strategica, la capacità di adattamento e la resilienza industriale dell'UE, invita a non inseguire o replicare modelli estranei alla nostra cultura politica, ma ad elaborare misure capaci di garantire una visione realisticamente perseguibile, socialmente accettabile, politicamente implementabile. La competitività europea deve essere sostenibile, equa, sicura, anziché una mera corsa alla deregolamentazione, per attrarre capitali a ogni costo.

Non mancano, evidentemente, le tensioni: molti analisti cercano di mettere in guardia contro il rischio di imitare il modello delle big tech americane, sacrificando i diritti digitali - sociali e ambientali, e indirettamente economici e geopolitici - in nome dell'efficienza​. La vera sfida è dunque quella di coniugare innovazione e democrazia, autonomia e apertura.

Digital Europe Programme 2025–2027: la risposta concreta

Nel solco di questa visione, il 28 marzo 2025 la Commissione ha adottato il nuovo Digital Europe Work Programme 2025–2027, uno dei più ambiziosi strumenti di politica industriale digitale mai varati dall'Unione Europea​. Con una dotazione di oltre 1,3 miliardi di euro, il programma si articola in sei aree strategiche: intelligenza artificiale, cloud e data spaces, cybersecurity, semiconduttori, competenze digitali avanzate e servizi pubblici digitali, con piani di investimento dedicati e un chiaro programma di implementazione. L'investimento è evidentemente insufficiente, per il perseguimento di una strategia di competitività in settori così rilevanti, ma si inserisce in una visione complessiva che sta ridefinendo, in molti segmenti di programmazione, le tematiche prioritarie, per cercare di assicurare la rilevanza geopolitica europea nella scena mondiale.

Il programma nasce in piena coerenza con la strategia integrata della Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), il contenitore europeo per gli investimenti sovrani in tecnologie critiche, rafforzando la visione di un'Europa capace di essere soggetto proattivo, non soltanto un attore di mercato, della rivoluzione digitale globale.

Conclusione: la visione culturale come competitività strategica

L'adozione del nuovo Digital Europe Programme e la riflessione su EuroStack rappresentano quindi l'occasione per riscrivere il rapporto tra Europa e geopolitica tecnologica e digitale. In gioco, com'è evidente, non c'è solo la capacità di generare innovazione, o di rimanere competitivamente sul mercato, ma la possibilità di progettare il futuro secondo i principi della libertà individuale, della sicurezza sociale e della cooperazione. In un mondo in cui la tecnologia è potere, l'Europa deve imparare a essere potenza.

Luca Baraldi

Europe Tested on Technological Sovereignty: Between Geopolitical Challenge and Digital Vision

In a world increasingly dominated by the strategic role of digital information, the global economic and geopolitical order is being reshaped. Major powers are radically recalibrating the rules of strategic competition, moving with unprecedented determination into areas that were until recently considered purely technical or industrial. In February 2025, the White House signed an executive order aimed at "defending American companies from unfair foreign sanctions," explicitly denouncing a growing dynamic of "technological extortion" by other state actors. The message is clear: the U.S. government intends to protect the dominance of big tech companies as true strategic national assets at all costs.

Faced with such a rapidly evolving landscape, Europe has had to acknowledge a profound shift in the geopolitics of the digital economy. The idea—perhaps always illusory—of symmetrical globalization now seems definitively gone. Structural dependence on U.S. and Asian technologies—particularly in critical sectors like artificial intelligence, semiconductors, and cloud computing—inevitably translates into an underestimated condition of strategic vulnerability.

A New European Stance: From the Draghi Report to EuroStack

With this awareness—and a certain sense of gravity—the Draghi Report was presented in September 2024, a key reflection on the future of European competitiveness that forcefully renewed the call for a continental industrial strategy. The former Italian Prime Minister spoke clearly, emphasizing that a purely regulatory approach cannot succeed without a simultaneous, extensive investment plan. Technological competitiveness cannot be built by the market alone; it requires political vision, structural investments, and a shared European governance framework.

In the following months, concrete proposals for EuroStack began to take shape and be implemented—a pan-European digital infrastructure aimed at ensuring autonomy in key sectors: from federated cloud systems to common data spaces, from "Made in Europe" AI to cybersecurity. Though some dismissed EuroStack as a utopian vision, it actually aims to embody the tangible pursuit of inclusive technological sovereignty, one that strengthens not only large industries but also SMEs, public institutions, and civic society.

Competitiveness, Yes—but with European Rules

The Competitiveness Compass, launched by the European Commission on January 29, 2025, to monitor strategic foresight, adaptability, and industrial resilience within the EU, warns against blindly chasing or replicating models foreign to Europe's political culture. Instead, it calls for policies capable of delivering a realistically achievable, socially acceptable, and politically implementable vision. European competitiveness must be sustainable, fair, and secure—not just a race to deregulate in order to attract capital at any cost.

Tensions are, of course, present. Many analysts warn against the risk of mimicking the American big tech model, sacrificing digital—social and environmental—rights, and indirectly economic and geopolitical rights, in the name of efficiency. The real challenge, then, is to combine innovation and democracy, autonomy and openness.

Digital Europe Programme 2025–2027: A Concrete Response

In line with this vision, on March 28, 2025, the Commission adopted the new Digital Europe Work Programme 2025–2027, one of the most ambitious digital industrial policy tools ever launched by the European Union. With a budget of over €1.3 billion, the programme is structured around six strategic areas: artificial intelligence, cloud and data spaces, cybersecurity, semiconductors, advanced digital skills, and digital public services, with dedicated investment plans and a clear implementation roadmap. While clearly insufficient to fully achieve competitiveness in such crucial sectors, the investment is part of a broader vision that is reshaping priorities across multiple programming areas, in an effort to secure Europe's geopolitical relevance on the global stage.

The programme is fully aligned with the integrated strategy of the Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), the EU's sovereign investment framework for critical technologies, reinforcing the vision of a Europe that is not just a market actor, but a proactive player in the global digital revolution.

Conclusion: Cultural Vision as Strategic Competitiveness

The adoption of the new Digital Europe Programme and the reflections around EuroStack represent an opportunity to redefine Europe's relationship with technological and digital geopolitics. At stake, clearly, is not only the capacity to generate innovation or remain competitively relevant—but the ability to shape the future according to principles of individual freedom, social security, and cooperation. In a world where technology equals power, Europe must learn to become a power itself.

Luca Baraldi