La morte di Papa Francesco: un evento che scuote l'equilibrio globale / The Death of Pope Francis: An Event That Shakes the Global Balance

29.04.2025

La morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile 2025 a causa di un ictus cerebrale, ha chiuso una stagione della storia contemporanea in cui la Chiesa cattolica era tornata a essere non solo una forza spirituale, ma un attore geopolitico di primo piano. Francesco non era soltanto il capo religioso di oltre un miliardo di fedeli: con la sua azione diplomatica discreta ma incisiva aveva contribuito a plasmare l'ordine internazionale in un'epoca di frammentazione crescente. Dalla mediazione segreta che aveva favorito la distensione tra Stati Uniti e Cuba, al suo impegno per una pace negoziata in Medio Oriente, passando per la promozione di un'ecologia integrale che criticava apertamente il sistema economico globale, il pontefice argentino aveva saputo imprimere alla Santa Sede un peso specifico superiore a quello di molte potenze tradizionali.

Nel corso del suo pontificato, Jorge Mario Bergoglio aveva riconfigurato la postura internazionale del Vaticano, spostando l'asse dell'attenzione verso il Sud globale, in netta controtendenza rispetto a un'Europa sempre più ripiegata su se stessa. Aveva denunciato apertamente le nuove forme di imperialismo finanziario, la cultura dello scarto e il ritorno delle logiche di potenza, intervenendo con parole dure contro le derive nazionaliste che minacciavano il multilateralismo nato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Aveva definito il nostro tempo come una "terza guerra mondiale a pezzi", concetto che avrebbe segnato profondamente il dibattito politico internazionale.

Le reazioni alla sua morte sono state un segnale eloquente del vuoto che la sua figura lascia nello scacchiere globale. L'Unione Europea, che aveva trovato in Francesco uno dei pochi leader disposti a difenderne il progetto politico anche nei momenti di maggiore crisi, ha proclamato tre giorni di lutto simbolico. Gli Stati Uniti, la Cina e la Russia hanno diramato messaggi di cordoglio dai toni insolitamente solenni, riconoscendo il ruolo cruciale del pontefice nella costruzione di ponti diplomatici in tempi di conflitto. In Medio Oriente, sia Israele che l'Autorità Palestinese hanno ricordato il suo impegno costante per il dialogo interreligioso, mentre in America Latina i leader più progressisti e quelli conservatori si sono uniti nel celebrare un Papa che aveva saputo dare voce ai popoli invisibili.

La morte di Francesco apre ora una fase di grande incertezza. Il conclave che si aprirà il 7 maggio dovrà affrontare scelte che andranno ben oltre la questione della linea pastorale. Il futuro pontefice dovrà decidere se proseguire il cammino di apertura al mondo non occidentale, rafforzando l'influenza della Chiesa nei nuovi poli di crescita globale, oppure se tentare un riposizionamento più prudente, magari cercando di riaggregare un'Europa in crisi d'identità. In un contesto segnato dalla competizione strategica tra Stati Uniti e Cina, dalla rinascita delle sfere di influenza e dal collasso del sistema multilaterale, la Santa Sede resta uno dei pochi attori capaci di proporre un'agenda globale fondata su valori universali piuttosto che su interessi di parte.

La morte di Francesco segna dunque la fine di un'epoca ma, insieme, apre una nuova partita geopolitica, il cui esito non riguarderà soltanto i fedeli cattolici, ma la stabilità stessa del sistema internazionale.

Antonio Mazzanti


The Death of Pope Francis: An Event That Shakes the Global Balance

The death of Pope Francis, which occurred on April 21, 2025, due to a cerebral stroke, has closed a chapter of contemporary history in which the Catholic Church once again became not only a spiritual force but also a major geopolitical player. Francis was not merely the religious leader of over a billion faithful: through his discreet yet incisive diplomatic efforts, he helped shape the international order during an era of growing fragmentation. From the secret mediation that fostered the thaw between the United States and Cuba, to his commitment to a negotiated peace in the Middle East, and his promotion of an integral ecology that openly criticized the global economic system, the Argentine pontiff succeeded in giving the Holy See a specific weight greater than that of many traditional powers.

During his pontificate, Jorge Mario Bergoglio reconfigured the Vatican's international stance, shifting its focus toward the Global South, in clear contrast to an increasingly self-absorbed Europe. He openly denounced new forms of financial imperialism, the throwaway culture, and the return of power-based logics, speaking out forcefully against the nationalist trends that threatened the multilateralism established after World War II. He described our era as a "third world war fought piecemeal," a concept that profoundly influenced international political debate.

Reactions to his death were a clear sign of the void his figure leaves on the global chessboard. The European Union, which had found in Francis one of the few leaders willing to defend its political project even during its gravest crises, declared three days of symbolic mourning. The United States, China, and Russia issued messages of condolence in unusually solemn tones, recognizing the crucial role the pontiff played in building diplomatic bridges during times of conflict. In the Middle East, both Israel and the Palestinian Authority recalled his consistent commitment to interreligious dialogue, while in Latin America, both progressive and conservative leaders came together to celebrate a Pope who had given a voice to invisible peoples.

The death of Francis now opens a phase of great uncertainty. The conclave that will begin on May 7 will face choices that go far beyond pastoral direction. The next pope will have to decide whether to continue the path of opening toward the non-Western world, strengthening the Church's influence in the new centers of global growth, or attempt a more cautious repositioning, perhaps trying to help reaggregate a Europe grappling with an identity crisis. In a context marked by strategic competition between the United States and China, the resurgence of spheres of influence, and the collapse of the multilateral system, the Holy See remains one of the few actors capable of proposing a global agenda based on universal values rather than partisan interests.

Thus, the death of Francis marks the end of an era but also opens a new geopolitical contest, the outcome of which will not only concern Catholic faithful but also the very stability of the international system.

Antonio Mazzanti