Trump vicino a una decisione sull’intervento in Venezuela / Trump Nearing a Decision on Intervention in Venezuela

17.11.2025

Dopo il massiccio schieramento di forze nel Mar dei Caraibi, Donald Trump ha lasciato intendere di aver definito la sua strategia nei confronti del Venezuela. Il presidente ha ricevuto briefing dettagliati dal Pentagono e dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale sulle possibili operazioni, che spaziano da raid mirati contro infrastrutture militari e rotte del narcotraffico fino a interventi diretti contro il governo di Nicolás Maduro.

Gli Stati Uniti hanno concentrato nella regione oltre 15.000 militari e più di una dozzina di unità navali, tra cui la portaerei USS Gerald R. Ford e cacciatorpediniere dotati di sistemi antimissile. Porto Rico è diventato il fulcro delle attività aeree, con l'arrivo di una squadra di F-35. Washington ha già condotto una serie di attacchi contro barche sospettate di traffico di droga.

All'imponente dispiegamento di forze americane, il più importante dall'epoca della War on Drugs degli anni Ottanta, Caracas risponde annunciando mobilitazioni di larga scala. Pur avendo mostrato cautela nel voler evitare rischi per il personale americano, Trump vede nell'eventuale caduta di Maduro l'opportunità di ottenere risultati su migrazione, narcotraffico e rapporti energetici.

Ma un intervento potrebbe generare instabilità prolungata, divisioni interne all'opposizione venezuelana e un possibile conflitto asimmetrico. Maduro, dal canto suo, avverte che un'azione armata americana aprirebbe scenari paragonabili ai conflitti più duri degli ultimi decenni. Anche nel campo repubblicano emergono dubbi: parte della base trumpiana non vuole nuovi impegni militari all'estero, mettendo in discussione la sostenibilità politica di un'operazione di lunga durata.

Enrico Ellero

Trump Nearing a Decision on Intervention in Venezuela

After the massive deployment of forces in the Caribbean Sea, Donald Trump has hinted that he has finalized his strategy toward Venezuela. The president has received detailed briefings from the Pentagon and the National Security Council on possible operations, ranging from targeted raids against military infrastructure and drug-trafficking routes to direct actions against Nicolás Maduro's government.

The United States has concentrated more than 15,000 troops in the region and over a dozen naval units, including the aircraft carrier USS Gerald R. Ford and destroyers equipped with missile-defense systems. Puerto Rico has become the hub of air operations, with the arrival of an F-35 squadron. Washington has already carried out a series of strikes on boats suspected of drug trafficking.

In response to this imposing U.S. buildup—the largest since the War on Drugs in the 1980s—Caracas has announced wide-scale mobilizations. Although Trump has shown caution in seeking to avoid risks for U.S. personnel, he views a potential fall of Maduro as an opportunity to score results on migration, narcotics, and energy relations.

Yet an intervention could trigger prolonged instability, internal divisions within the Venezuelan opposition, and a possible asymmetric conflict. Maduro, for his part, warns that any American military action would open scenarios comparable to the harshest conflicts of recent decades. Even within the Republican camp, doubts are emerging: part of Trump's base opposes new military commitments abroad, calling into question the political sustainability of a long-term operation.

Enrico Ellero